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Diario Libico di Alfredo Felletti

 

 Tripoli ci accoglie con un caldo sole estivo e l'azzurro terso del cielo africano, la Libia dei ricordi e del passato coloniale riaffiora lentamente alla memoria percorrendo le strade del quartiere italiano, con le architetture anni 20'  i viali ordinati e le vie Vittorio Emanuele e Roma.  Il cuore della città e' la Piazza Verde nuovo nome per la vecchia Piazza Castello, sede delle grandi manifestazioni e parate militari,  chiamata così per la presenza del Castello Rosso sede del regime fascista durante il periodo coloniale, oggi ospita dopo i restauri il nuovo Museo Archeologico cittadino.  Nei caffè all'aperto gruppi  numerosi di giovani e anziani siedono a sorseggiare il  thè alla mandorla. " Welcome to Libia " accenna qualcuno, ma non c'è bisogno di parlare inglese molti di loro conoscono l'italiano, sopprattutto gli anziani per averlo studiato a scuola,  questo crea un legame speciale tra i due popoli e se sei disposto a perdere un po' del tuo prezioso tempo saranno orgogliosi di poterti raccontare le loro esperienze passate e potrai cogliere nella loro espressione un pizzico di nostalgia per l'Italia.  Nella città vecchia campeggia un'enorme manifesto con l'effigie del Colonnello Muammar El Gheddafi guardiano della rivoluzione che dal 1977 guida incontrastato il paese dopo averlo trasformato  nello Stato delle Masse, dandogli il nuovo nome di Jamahiriya araba libica popolare socialista e che affida il potere al popolo. Subito dopo la presa del potere e la scoperta del potenziale di estrazione petrolifero furono cacciati dal paese circa 20.000 italiani a cui furono confiscati tutti i beni, ma nonostante questo la Libia è diventata nel corso del  tempo uno dei principali Partner commerciali dell' Italia soprattutto nel campo dell'energia.

La Libia è anche famosa per i suoi paesaggi suggestivi,  per il deserto che copre gran parte del suo territorio e per le antiche vestigia della civiltà romana che colonizzò tutta la costa e di cui ancora oggi possiamo ammirare splendidi esempi come la città di Leptis Magna fatta costruire dall'Imperatore Settimio Severo. Non di meno ai nostri tempi la Libia è ancora più famosa per le migliaia di profughi provenienti da tutte le parti di Africa in cerca di un imbarco clandestino con cui raggiungere i porti italiani.  Il deserto è una grande risorsa per il paese e ogni anno migliaia di turisti accorrono per visitare parte del parco nazionale dell' Acacus un grande territorio di sabbia e rocce erose dal vento nel sud del paese, dove le formazioni di arenaria assumono le forme più strane e illuminate dal sole si tingono di colori suggestivi che vanno dal rosa al rosso. Tra le guglie emergenti si estendono vallate e canyon dove è possibile ammirare antichi graffiti preistorici risalenti a 10.000 anni fa.  Se sei un tipo avventuroso puoi anche dormire in tenda tra la alte dune dell' Erg di Ubari il deserto di sabbia finissima che nasconde al proprio interno dei piccoli laghi di un bell' azzurro incastonati tra le oasi e che suscitano  grandi emozioni.  Lungo il percorso se si è fortunati è ancora possibile incontrare i nomadi Tuareg a dorso di dromedario mentre si spostano da un accampamento all'altro, ma la vera esperienza e quella di raggiungere l'antica città carovaniera di Ghadames oasi sperduta vicina al confine con l'Algeria nel periodo del raduno annuale delle varie tribù, di solito alla fine di ottobre dopo il Ramadan,  la festa di tre giorni vede impegnati i famosi "Uomini Blu" chiamati così per il colore del loro abito tradizionale in diverse prove di abilità dalle gare a cavallo a quelle a dorso di dromedario. Accampati a fianco della città vecchia nelle loro tende interi gruppi famigliari rinsaldano gli antichi legami di amicizia con le altre tribù,  le donne con i loro abiti sgargianti offrono e vendono piccoli oggetti del loro artigianato, uomini dal portamento fiero sfoggiano i loro pugnali tradizionali.  Quali e quante storie potrebbero raccontare questi uomini, eredi di una tradizione nomade millenaria, oggi più prosaicamente molti di loro vivono guidando le auto fuoristrada per i turisti provenienti da tutto il mondo, come Ramadan un giovane Tuareg di cui si dice che riesca a guidare di notte nel deserto orizontandosi solamente guardando le stelle.  Il popolo Tuareg come molti altri nel mondo è a rischio di estinzione e questi pochi giorni passati  al campo rappresentano un'occasione imperdibile di conoscenza  per cercare di salvaguardare la loro antica cultura, cosi come la musica tradizionale e le danze tribali eseguite la sera per un pubblico costituito più da famiglie nomadi che da gruppi sparuti di turisti occidentali.  Il nucleo storico della vecchia città di Gadhames,  circondata da palmeti e con le mura dipinte ancora di bianco e le antiche vie di collegamento autentici labirinti offrono l'opportunità di incontrare le poche famiglie che ancora la abitano e i bambini prendendoti per mano saranno felici di accompagnarti a visitare le loro case in cambio di un piccolo dono, è il cuore di questa esperienza. Oggi la Libia è un paese molto giovane con grandi potenzialità di crescita nel campo dell'economia ed in  futuro è probabile che conterà sempre di più nei rapporti commerciali con l'Europa per il controllo dell'energia.  La notevole crescita demografica causata da una forte immigrazione negli anni passati di lavoratori provenienti da vari paesi e richiamati dalle grandi possibilità di guadagno date del petrolio sta trasformando la società libica composta prevalentemente da arabi e berberi - tuareg  in un nuovo stato multietnico formato da giovani che chiedono al governo di cambiare strategia politica per adeguarsi a ritmi di vita più moderni,  ma parte della società ancora molto tradizionalista frena questo passaggio.

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