Diario Libico di Alfredo Felletti
La Libia è anche famosa per i suoi paesaggi suggestivi, per il deserto che copre gran parte del suo
territorio e per le antiche vestigia della civiltà romana che colonizzò tutta
la costa e di cui ancora oggi possiamo ammirare splendidi esempi come la città
di Leptis Magna fatta costruire dall'Imperatore Settimio Severo. Non di meno ai
nostri tempi la Libia è ancora più famosa per le migliaia di profughi
provenienti da tutte le parti di Africa in cerca di un imbarco clandestino con
cui raggiungere i porti italiani. Il
deserto è una grande risorsa per il paese e ogni anno migliaia di turisti
accorrono per visitare parte del parco nazionale dell' Acacus un grande
territorio di sabbia e rocce erose dal vento nel sud del paese, dove le
formazioni di arenaria assumono le forme più strane e illuminate dal sole si
tingono di colori suggestivi che vanno dal rosa al rosso. Tra le guglie
emergenti si estendono vallate e canyon dove è possibile ammirare antichi
graffiti preistorici risalenti a 10.000 anni fa.
Se sei un tipo avventuroso puoi anche dormire in tenda tra la alte dune
dell' Erg di Ubari il deserto di sabbia finissima che nasconde al proprio
interno dei piccoli laghi di un bell' azzurro incastonati tra le oasi e che
suscitano grandi emozioni. Lungo il percorso se si è fortunati è ancora
possibile incontrare i nomadi Tuareg a dorso di dromedario mentre si spostano
da un accampamento all'altro, ma la vera esperienza e quella di raggiungere
l'antica città carovaniera di Ghadames oasi sperduta vicina al confine con
l'Algeria nel periodo del raduno annuale delle varie tribù, di solito alla fine
di ottobre dopo il Ramadan, la festa di
tre giorni vede impegnati i famosi "Uomini Blu" chiamati così per il
colore del loro abito tradizionale in diverse prove di abilità dalle gare a
cavallo a quelle a dorso di dromedario. Accampati a fianco della città vecchia
nelle loro tende interi gruppi famigliari rinsaldano gli antichi legami di
amicizia con le altre tribù, le donne con
i loro abiti sgargianti offrono e vendono piccoli oggetti del loro artigianato,
uomini dal portamento fiero sfoggiano i loro pugnali tradizionali. Quali e quante storie potrebbero raccontare
questi uomini, eredi di una tradizione nomade millenaria, oggi più prosaicamente molti di loro vivono guidando le auto
fuoristrada per i turisti provenienti da tutto il mondo, come Ramadan un
giovane Tuareg di cui si dice che riesca a guidare di notte nel deserto
orizontandosi solamente guardando le stelle.
Il popolo Tuareg come molti altri nel mondo è a rischio di estinzione e
questi pochi giorni passati al campo
rappresentano un'occasione imperdibile di conoscenza per cercare di salvaguardare la loro antica
cultura, cosi come la musica tradizionale e le danze tribali eseguite la sera
per un pubblico costituito più da famiglie nomadi che da gruppi sparuti di
turisti occidentali. Il nucleo storico
della vecchia città di Gadhames,
circondata da palmeti e con le mura dipinte ancora di bianco e le antiche
vie di collegamento autentici labirinti offrono l'opportunità di incontrare le
poche famiglie che ancora la abitano e i bambini prendendoti per mano saranno
felici di accompagnarti a visitare le loro case in cambio di un piccolo dono, è
il cuore di questa esperienza. Oggi la Libia è un paese molto giovane con
grandi potenzialità di crescita nel campo dell'economia ed in futuro è probabile che conterà sempre di più
nei rapporti commerciali con l'Europa per il controllo dell'energia. La notevole crescita demografica causata da
una forte immigrazione negli anni passati di lavoratori provenienti da vari
paesi e richiamati dalle grandi possibilità di guadagno date del petrolio sta
trasformando la società libica composta prevalentemente da arabi e berberi -
tuareg in un nuovo stato multietnico
formato da giovani che chiedono al governo di cambiare strategia politica per
adeguarsi a ritmi di vita più moderni,
ma parte della società ancora molto tradizionalista frena questo
passaggio. |
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